STEFANINI Giuseppe
(Conselice, Ravenna, 29 gennaio 1908 - Firenze, 1992). Di Giovanni e di Melania Rocca. Liutaio. Rimane presto orfano di padre e la famiglia lo colloca nell'Istituto Salesiano di Lugo dove impara la professione di ebanista. Conosce Luigi Vistoli che di professione fa il barbiere, ma nel retrobottega costruisce violini. Si appassiona a questo lavoro e inizia la costruzione di tali strumenti. Il suo talento viene subito evidenziato se già nel giugno 1931 vince una medaglia d'argento al II Concorso Nazionale di Liuteria di Padova. Il Vistoli lo presenta a Pietro Borghi che ha rapporti di collaborazione con i fratelli Bisiach di Milano, i maggiori esponenti della scuola lombarda del '900. Deciso ad imparare il mestiere, Stefanini entra in contatto con tutti i maggiori liutai romagnoli del momento, Utili, Pollastri, Poggi oltre ai Bisiach che avvertono subito le sue capacità e lo introducono nei segreti della più raffinata scuola liutaria del momento. Dopo il 1945 è costretto a integrare il suo lavoro riprendendo l'attività di ebanisteria e un'improvvisata professione di fotografo. Lascia Lugo per assumere l'incarico di responsabile presso una ditta di salotti di Lissone, senza lasciare completamente l'attività di liutaio. Trasferitosi a Brescia nel 1957 a seguito del matrimonio con una bresciana, abbandona il lavoro subordinato per dedicarsi completamente alla liuteria. Riprende i contatti con i Bisiach che gli commissionano continuativamente del lavoro. La moglie si ammala dopo pochi anni e viene ricoverata in ospedale psichiatrico. A seguito della morte e dei debiti contratti dalla moglie, si sposta dall'abitazione di piazzetta Labus a una camera ammobiliata in via Musei dove abita per circa due anni, per poi trasferirsi in via Bezzecca dove rimarrà circa vent'anni. Partecipa a numerosi concorsi ed ottiene significativi successi che lo inquadrano come uno dei migliori liutai del '900. È premiato con medaglie d'oro a Roma (1954), Ancona (1957), Pegli (1960) e a Cremona a tutte le Biennali (dal 1967 al 1973). Ha ottenuto il 3° premio assoluto alla la Triennale di Cremona con una viola, nel 1976 e il 3° premio assoluto per un violino alla 2ª Triennale nel 1979 dove ha esposto anche altri violini. Ha vinto altri numerosi premi in concorsi meno altisonanti delle manifestazioni cremonesi, ma altrettanto significativi per la qualità del lavoro. Riconoscimenti gli sono giunti anche dalla sua terra natia, in particolare alle manifestazioni di Bagnacavallo. Premi particolarmente ambiti sono stati la medaglia d'oro della Mostra dei Maestri del Novecento a Fiesole nel 1987 e la medaglia d'oro (settembre 1991) del Comune di Baveno e dell'Associazione Liutaria Italiana, di cui era socio fondatore. Una specie di Oscar alla carriera, un premio che era stato assegnato precedentemente al suo maestro Giacomo Biasich. Nonostante i suoi successi, l'ambiente musicale bresciano lo ha ignorato completamente. I suoi estimatori vanno collocati principalmente all'estero, in Francia, Germania, Svizzera, Giappone e Svezia, dove ebbe costanti contatti ed apprezzamenti. Di carattere schivo e molto rispettoso degli altri era considerato nell'ambiente liutario una persona valutata molto al di sotto delle sue capacità reali. Sebbene il suo stile di vita sia stato molto chiuso ha avuto modo di formare un allievo, Ugo Ravasio. Nel 1986, all'età di 78 anni si trasferiva a Firenze. Passò i suoi ultimi anni trafficando tra legni e vernici.

EB – Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
Fondazione Civilità Bresciana
Brescia
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