Carlo Luberti
LUBERTI Carlo
Clarinettista e didatta (Roma, 27.I.1885 - ivi, 1967). Studiò al Liceo Musicale S. Cecilia in Roma con Aurelio Magnani. A Roma, fu 1° clarinetto nella Banda Municipale (almeno fino al 1924) e nelle orchestre del Teatro Augusteo (1913-1919), del Teatro Costanzi (dal 1919), del Teatro dell’Opera (1930 ca.) e dell’E.I.A.R. Sempre a Roma insegnò all’Accademia di Musica della G.I.L. (1939-1942) e al Liceo Musicale (poi Conservatorio di Musica) di S. Cecilia (1921-1955). Fu il primo clarinettista in Italia a sperimentare i suoni sovracuti, che lui chiamò «armonici a vuoto», perché ottenibili tenendo aperta la sola chiave n° 12 e appoggiando i denti incisivi direttamente sull’ancia. Come ci ricorda il Pace: «Il Prof. Luberti per poter eseguire tutto staccato il Moto Perpetuo di Paganini, ha pensato di cambiare il movimento della lingua, facendola agire orizzontalmente da un angolo all’altro dell’ancia, invece che, come al solito, all’indietro […]. Il vantaggio di questo sistema sta nella maggiore rapidità con cui si può muovere la lingua, rispetto al movimento in uso, e alla minore energia con cui viene interrotto il moto vibratorio della colonna d’aria, raggiungendo anzi quasi una continuità di vibrazione appena marcata dal moto della lingua, ciò che, ripetiamo, è molto simile al colpo d’arco sciolto dei violini». Fu lui, inoltre, che introdusse a Roma l’imboccatura con i denti poggiati sul becco in sostituzione dell’imboccatura con il doppio labbro, tipica della scuola del suo maestro Aurelio Magnani. Nel 1922 fu tra i fondatori della Società fra strumenti a fiato per la musica da camera di Roma, che alla fine degli anni Venti assunse la denominazione di Quintetto romano di strumenti a fiato. Nel 1931 il compositore Giuseppe Manente scrisse per lui il Concerto op. 412 per clarinetto e pianoforte (Roma, Manente, 1931; I-Fn). Nel 1941, insieme a Temistocle Pace e Agostino Gabucci, fece parte della commissione ministeriale che stilò i nuovi programmi di studio per l’insegnamento del clarinetto nei Conservatori di Musica. Ebbe una vasta schiera di allievi, tra i quali ricordiamo: Pietro Biava Ramponi, Onello Bonsignori, Ugo Fusco, Fernando Gambacurta, Teobaldo (Baldo) Maestri, Luigi Neroni, Eraclio Sallustio, Claudio Taddei, Agostino Tosonotti.
Bibliografia: Adriano Amore, Il Clarinetto in Italia: Storia, Organologia, Letteratura e Virtuosi, Frasso Telesino, 2021, pp. 101, 104, 115, 125-126, 162, 174, 224-225, 234, 236, 242, 268.
Adriano e Riccardo Amore