Del compositore Giulio Bonnard (Roma, 21.VI.1885 - ivi, 29.II.1972) – come purtroppo di tanti musicisti del secolo da poco concluso – abbiamo poche notizie biografiche.
Il musicologo Alberto De Angelis testimonia che la sua formazione fu romana e che ottenne il diploma nel 1913 dopo aver seguito il corso di alta composizione con Giacomo Setaccioli (1868-1925) presso l’allora Liceo musicale di Santa Cecilia.
Bonnard intraprese presto un’attività come direttore d’orchestra dirigendo in Svizzera e in Germania. Parallelamente come compositore realizzò una Ouverture, un Poema sinfonico, un quartetto d’archi, la scena drammatica Ero per soprano e orchestra su libretto di Giuseppe Soldini. Ero non solo vinse il concorso indetto dalla Società degli Autori ma, interpretata da Elvira Galeazzi con la direzione di Bernardino Molinari, venne eseguita nell’Augusteo il 9 marzo del 1913 lanciando l’autore ventottenne all’attenzione del mondo musicale.
Seguendo le orme del suo maestro Setaccioli, che fu un precursore nel genere già nel 1917 (suo il commento musicale al film muto Fabiola), Giulio Bonnard fu uno dei primi importanti compositori di colonne sonore per il cinema realizzando le musiche di oltre quaranta pellicole girate tra il 1932 e il 1961, soprattutto di quelle realizzate dal fratello maggiore Mario (1889-1965) attore e regista cinematografico. Si tratta di film rappresentativi di un’intera epoca che va dai “telefoni bianchi” al neorealismo; film diretti dal fratello (un titolo per tutti: Avanti c’è posto) ma anche da registi come Carlo Ludovico Bragaglia, Carlo Campogalliani, Nunzio Malasomma o Mario Mattoli.
Bonnard firmò talvolta le colonne sonore con gli pseudonimi di Jules Daccar o Jules Dakar (come nel film Mi permette, babbo! incentrato su La traviata).
In una lettera del 1947 indirizzata a Ricordi e custodita nell’Archivio storico della casa editrice milanese Bonnard fa presente che a quella data nei negozi di musica erano già esaurite tutte le composizioni cameristiche dedicate agli strumenti a fiato: Rondò, Notturno, Valzer da concerto per clarinetto e pianoforte; Sonata per fagotto e pianoforte; Sonata virgiliana per corno e pianoforte; Sonata per tromba e pianoforte.
Nella produzione strumentale di Bonnard sembra esserci un occhio di riguardo per il clarinetto visto che oltre ai tre brani citati con pianoforte (Rondò, Notturno, Valzer da concerto) gli dedicò i 15 Studi in due fascicoli, il Concertino, e l’interessante fantasia Il sogno di Arione (ditirambo) per clarinetto e orchestra, ancora manoscritta. Anche questa simpatia strumentale potrebbe essere una possibile eredità del suo Maestro, ricordando che la Sonata per clarinetto è sicuramente il brano di Setaccioli oggi più eseguito.
Più in generale si denota un interesse spiccato di Bonnard verso gli strumenti a fiato che, oltre che singolarmente, li coinvolse in composizioni originali per orchestra di fiati (come il grande affresco La giornata del soldato per coro e banda) e nelle trascrizioni (come ad esempio la trascrizione per banda della rapsodia Canti del golfo di Napoli di Renzo Rossellini).
Oltre a lavori per banda compose inoltre tre opere teatrali, poemi sinfonici, brani per orchestra, musica da camera, musica corale, liriche da camera.
Queste sono essenzialmente le notizie biografiche in nostro possesso, lacunose e ancora insufficienti per aiutarci, per esempio, a individuare i manoscritti delle tante partiture cinematografiche.
La donazione da parte di Mirella Baroncelli e dei figli Ilaria e Maurizio Maggiorotti (discendenti della famiglia Bonnard) all’Archivio dei Musicisti del DMI – Dizionario della Musica in Italia di Latina di tutta la produzione musicale non cinematografica del compositore ritenuta dispersa ha consentito la scoperta delle opere didattiche, cameristiche, solistiche, sinfoniche, quasi tutte manoscritte e molte delle quali era sconosciuta l’esistenza.
Tra le colonne sonore ricordiamo: 5 a 0 di Mario Bonnard (1932), Tre uomini in frak di Mario Bonnard (1932), La signorina dell’autobus di Nunzio Malasomma (1933), Il trattato scomparso di Mario Bonnard (1933), Stadio di Carlo Campogalliani (1934), La marcia nuziale di Mario Bonnard (1934), Milizia territoriale di Mario Bonnard (1935), 30 secondi d’amore di Mario Bonnard (1936), Non ti conosco più di Nunzio Malasomma (1936, solo la canzone Notte per sognare, Il feroce Saladino di Mario Bonnard (1937), Gli ultimi giorni di Pompeo di Mario Mattoli (1937), Il conte di Bréchard di Mario Bonnard (1938), Nonna Felicita di Mario Mattoli (1938), L’ha fatto una signora di Mario Mattoli (1938), Io, suo padre di Mario Bonnard (1939), Papà per una notte di Mario Bonnard (1939), Frenesia di Mario Bonnard (1939), Il ponte dei sospiri di Mario Bonnard (1940), La gerla di papà Martin di Mario Bonnard (1940), La fanciulla di Portici di Mario Bonnard (1940), La forza bruta di Carlo Ludovico Bragaglia (1941), Il prigioniero di Santa Cruz di Carlo Ludovico Bragaglia (1941), Marco Visconti di Mario Bonnard (1941), Il re si diverte di Mario Bonnard (1941, incentrato su Rigoletto), Avanti c’è posto... di Mario Bonnard (1942), Non ti pago! di Carlo Ludovico Bragaglia (1942), Casanova farebbe così! di Carlo Ludovico Bragaglia (1942), Campo de’ fiori di Mario Bonnard (1943), Che distinta famiglia! di Mario Bonnard (1945), Il ratto delle Sabine (Il professor Trombone) di Mario Bonnard (1945), La città dolente di Mario Bonnard (1949), Margherita da Cortona di Mario Bonnard (1950), Il voto di Mario Bonnard (1950), L’ultima sentenza di Mario Bonnard (1951), Stasera sciopero di Mario Bonnard (1951), I figli non si vendono di Mario Bonnard (1952), Frine, cortigiana d’Oriente di Mario Bonnard (1953), Tradita di Mario Bonnard (1954) firmato come Jules Daccar, Mi permette, babbo! di Mario Bonnard (1956) firmato come Jules Dakar, I masnadieri di Mario Bonnard (1961).

Claudio Paradiso

L'archivio di Giulio Bonnard è custodito nel DMI di Latina.