Lanci Mario (Guastameroli-Frisa, 24 maggio 1928 – Lanciano, 16 settembre 1992).
Mario Lanci nasce il 24 maggio 1928 a Guastameroli, frazione del comune di Frisa e muore a Lanciano il 16 Settembre del 1992. Nell’adolescenza studia da autodidatta il violino, raggiungendo dei discreti livelli che gli avrebbero consentito di inserirsi sia nelle orchestre sinfoniche che nei teatri dell’area frentana che eseguivano opere della musica lirica italiana, genere per cui ebbe sempre molta passione.
Nella giovinezza compone brani di folclore abruzzese, su testi di Carlo Artemisio, Nicola Ursini, Oberdan Giangrande, Di Biase ed altri parolieri prendendo spunto ed utilizzando i motivi dei canti con cui i contadini usavano accompagnare il loro lavoro nei campi ancora negli anni Quaranta e Cinquanta. Nella composizione rivela un notevole talento melodico espressione del suo gusto musicale formatosi attraverso il culto assiduo in particolare del melodramma e, seppure in misura minore, della musica leggera italiana di impronta melodica e di quella napoletana di quegli anni. Nella giovinezza a Guastameroli Mario crea un coro folcloristico che dirige in concerti eseguiti nei paesi della zona. In seguito a Frisa forma un altro coro che viene apprezzato come uno dei complessi folclorici di più alta qualità musicale della regione, allo stesso livello dell’allora famoso Coro di Teramo, e per il quale ottiene dei riconoscimenti ufficiali dal suo Comune. Nel 1969 vince a Fossacesia il concorso folcloristico Il Trabocco d’oro, organizzato dalla Voce di Fossacesia, con la canzone Lu trabbocche su testo di Mario Bosco. Il brano, assai suggestivo con la sua linea melodica tesa ad evocare il muoversi delle onde in prossimità della riva, è stato eseguito dal tenore Di Martino in vari teatri della Germania, è entrato nel repertorio di un coro di Colonia ed in Abruzzo del coro di Touta Marouca e di altri noti complessi folcloristici. Negli anni Settanta Lanci partecipò ad altre manifestazioni e concorsi folcloristici tra i quali soprattutto quelli organizzati a Pescara dalla Settembrata Abruzzese diretta da Rino Fabiano, l’associazione più attiva negli anni Settanta ed Ottanta nel promuovere manifestazioni della cultura dialettale abruzzese a livello regionale, con canzoni su testi di Mario Bosco, tra le quali la bellissima E mò, e dell’amico poeta Camillo di Benedetto. La partecipazione a queste manifestazioni pone Lanci in relazione con Aniello Polsi, Di Jorio, Luise, Di Santo, Dommarco, Sorrentino, Giannangeli, Piovano, Rosato cioè con quei musicisti e poeti in vernacolo che continuano ad alimentare la tradizione della musica tradizionale abruzzese le cui prime rappresentazioni risalgono agli ultimi decenni dell’Ottocento. Nel 1973 Lanci vince il concorso di musica folclorica La Violetta d’oro a Francavilla con la canzone Come lu grane su testo di Camillo di Benedetto, incisa su disco nello stesso anno dal coro di Tornimparte. Fin dall’estate del ‘71, quando cominciano, si interessa ad i corsi internazionali musicali estivi, uno degli eventi culturali più significativi dell’ultimo secolo a Lanciano, nati per iniziativa del sindaco Enrico D’Amico. In qualità di docenti vi sono già presenti esecutori di altissimo livello, in diversi casi provenienti dalla orchestra della Scala di Milano, come Ceccarossi, Torrebruno, la Kessick, Zanfini, Muccetti, Martorella, Ferrari, Capicchioni ed altri che avrebbero continuato a lavorare ai corsi per molti anni. Lanci svolge puntualmente le cronache dei concerti, a cui partecipano anche in qualità di solisti i docenti, su «Il Tempo», il quotidiano con il maggior livello di vendite giornaliere nella città frentana (circa 1800). Nel 1973 la partecipazione ai corsi di studenti e docenti cresce notevolmente fino a dare la possibilità di creare un’orchestra di insegnanti e allievi che si impegna ad eseguire concerti sinfonici. A dirigerla è un giovanissimo Riccardo Chailly, all’inizio della sua formidabile carriera, che a Lanciano rimane, come farà negli anni seguenti, per l’intera durata dei corsi. Mario, oltre a scrivere articoli sui concerti tutti i giorni ed a svolgere la funzione di informare gli altri quotidiani locali, spinto dalla sua passione musicale si fa coinvolgere nella gestione dei corsi cui partecipano oltre al Sindaco D’Amico, Domenico Ceccarossi, che ne diviene il direttore, Luigi Torrebruno ed il Reverendo Don Danilo Salomone. Il momento è denso di entusiasmo e contagia la cittadinanza, che garantisce un discreto pubblico pure ai concerti tenuti solo dai giovani, a dimostrazione di quanto sia solida la tradizione musicale lancianese. Nel 1977 Lanci si distacca dalla organizzazione dei corsi limitandosi a continuare a svolgere la funzione di addetto stampa che avrebbe assolto fino all’anno della morte. Sospinto dal forte coinvolgimento che ha nella cultura musicale lancianese nel Marzo del 1979 partecipa alla fondazione dell’Associazione Fedele Fenaroli per la grande banda città di Lanciano, entrandovi da subito nel consiglio direttivo. Questa associazione ha proseguito fino ai nostri giorni nella sua opera instancabile di promozione della musica attraverso l’organizzazione a Lanciano ed altrove di eventi di vario livello, dai concerti cameristici e sinfonici a quelli della banda musicale della città che ha una sua forte ed autorevole tradizione oltre che secolare. Nel 1979 gli viene affidato il compito dal Comune di Lanciano di curare l’edizione di un volume su Fedele Fenaroli nel 250° anniversario della sua nascita che sarebbe ricorsa nell’anno successivo. Nel 1986 è il primo a scrivere delle recensioni per i dischi in vinile di esordio che un giovanissimo Santino Spinelli inizia a pubblicare, intuendone il genio musicale.
Composizioni:
Lu paisette me! (versi Ottavio Baserni 1948), Lu regne di l’amore (versi Mario Lanci 1950 ), Statt’attente Catari’ (Versi Michele Ursini 1950), Nin ‘ci pinseme chiu’ (versi Di Biase 1950), Quest’e’ l’amore (versi Michele Ursini 1950), Quande m’arguirde… (versi di Michele Ursini 1951), Nen’ me fa suspira’ (Domenico Cupido), Lu pajsette me (Ottavio Baserni 1953), Cose succed’a li svolte (versi Carlo Artemisio), Ti ni si’ ite (versi D. Cupido), Magge fiurite (versi di Bozzelli), I’ ti vasce la vuccucce (versi Carlo Artemisio 1969), Lu ritratte te’ (versi Oberdan Giangrande), Annabella (versi di Domenico Cupido), Picche’ (versi Domenico Cupido 1973), Rusinella me’ (versi O. Giangrande 1964), Fiorenza (Mario Lanci versi e musica), Mo tocc’a te… Carme’ (Oberdan Giangrande 1969), M’ha dette lu Mahane (versi di O. Giangrande), A mezze all’are (Versi Alberto Dragani), Nen po’ dura’ (versi di A. Dragani), Campane di Santa Marie (Versi di A. Dragani), La funtane de l’amore (versi di A. Dragani), Ninni’(versi di Flaminio), La luntananze (versi di D. Cupido ), A lu Trabocche (versi di Mario Bosco 1969), Mo zitella di’ ‘rmane’ (versi Oberdan Giangrande), Muntagne e marine d’Abbruzze (Versi di Mario Bosco), Che mi fa? (versi Mario Bosco), La fonte (versi di Antonio Fantini), Voce di campane (versi di Mario Bosco), E mmo? (versi di Mario Bosco), Come lu grane (versi di Camillo Di Benedetto 1973), La settembrate – Maria, Maria, Maria (versi Camillo Di Benedetto), Suonne e Nustalgije (versi Camillo Di Benedetto), Gne’ n’ Angele (versi Camillo Di Benedetto), Lu fubballe (versi di Camillo di Benedetto), Na luna ‘nnammurate (versi di Camillo di Benedetto 1977), La neve (versi Camillo Di Benedetto), Si la montagna me’ (versi di C. Di Benedetto), Due canti natalizi (versi Mario Lanci).

© Gianfranco Miscia
© Centro di Documentazione e Ricerche Musicali Francesco Masciangelo
Dizionario dei musicisti frentani
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