Bruno Mugellini

Bruno Mugellini (Potenza Picena, 24.XII.1871 - Bologna, 15.I.1912).
Quarant'anni di vita
Pur non potendo disporre di un’adeguata biografia di Bruno Mugellini, è tuttavia possibile attingere a recenti studi sull’artista e riuscire a delineare in maniera più che approssimativa la sua vita. Bruno Mugellini nasce a Potenza Picena, in provincia di Macerata, il 24 dicembre 1871. È più volte costretto a cambiare casa per via della professione di medico condotto del padre, che porterà la famiglia Mugellini a diverse “peregrinazioni” fino a stabilirsi nel 1884 a Fossombrone, in provincia di Pesaro-Urbino. Le doti pianistiche del piccolo Bruno non tarderanno a manifestarsi, tanto che nell’autunno del 1887 sarà ammesso al Liceo Musicale di Bologna direttamente al quinto anno. Studia pianoforte con Gustavo Tofano e armonia e contrappunto con Alessandro Busi, negli anni in cui il Liceo è diretto da Giuseppe Martucci. È lo stesso Martucci a sceglierlo per il corso di Alta Composizione, corrispondente all’ultimo anno di corso (1891-92), intravedendo per il giovane un futuro da compositore. Nell’ambito degli esperimenti, il 14 giugno 1891, esegue il suo Idillio per orchestra. Nel giugno del 1891 si diploma in contrappunto e composizione e nei saggi finali del 12 e 29 giugno dirige il suo poema sinfonico Alle fonti del Clitumno, con il quale (nel frattempo dedicato al suo maestro Martucci) nel 1893 ottiene il primo premio nel “Grande concorso internazionale del Carillon” di Bruxelles. Nel 1894 avvia la collaborazione con Ricordi curando l’edizione degli studi di Kessler e pubblicando un pezzo per pianoforte, Sognando (op. 3), che dedica alla madre. Ben presto la fama e la rapida ascesa nel panorama concertista dell’epoca porteranno il giovane a esibirsi nelle principali sale da concerto italiane, europee, sudamericane.
Mugellini ebbe occasione di farsi conoscere al grande pubblico grazie a Sgambati, che lo volle a Roma il 7 marzo del 1894 per un recital nella prestigiosa Sala “Dante”. In occasioni come queste non disdegnava di inserire nei programmi qualche brano suo. Il 20 gennaio del 1895 si esibì nella sala del Liceo musicale e nello stesso anno fu aggregato alla classe dei pianisti (matricola 2379) all’Accademia Filarmonica di Bologna. Ciò gli consentì, sempre più, di affermarsi sia come valente concertista sia come promettente compositore. Il poema Alle fonti del Clitumno, a seguito di un concorso pubblico, fu scelto dalla Società Orchestrale della Scala, nel marzo 1895, per il concerto inaugurale della stagione (28 aprile 1895): l’esito trionfale permise a Mugellini di consolidare la sua fama di compositore. L’opera era stata scelta nell'ambito di un concorso riservato a composizioni inedite di autori italiani (erano risultati vincitori Mugellini, Alberto Podestà, Leone Sinigaglia, Mario Vitali e Nicolò Celega). Nel 1897 diviene docente effettivo di pianoforte al Liceo e l’anno seguente la sua Sonata per violoncello e pianoforte ottiene una menzione al concorso della Società del Quartetto, che assegna il primo premio a Guido Alberto Fano. L’opera viene poi stampata a Lipsia dall’editore Rieter-Biedermann e presentata al pubblico a Bologna il 12 marzo 1899, in duo col violoncellista Ferdinando Frasnedi. Il 21 gennaio del 1900 Mugellini suona nella Sala del Conservatorio di Milano con Francesco Serato, celebre violoncellista del Quartetto bolognese. Nel settembre sposa a Fossombrone la ventiduenne Rosa Ceppetelli, di una distinta famiglia del luogo. Il 17 aprile del 1901 si esibisce all’Accademia di S. Cecilia di Roma, con la partecipazione di Frasnedi, in un programma comprendente anche composizioni proprie. Nel marzo-aprile del 1903 si reca per la prima volta in Germania, a Berlino e Lipsia (incontrando Ferruccio Busoni, fra l'altro, e visitando le case editrici Breitkopf und Härtel e Rieter-Biedermann. Nel gennaio-marzo del 1904 si fa promotore nella sala del Liceo musicale dei “Concerti Mugellini”: un ciclo di cinque concerti da lui organizzati e diretti. La rassegna, sospesa nel 1905, riprenderà poi nel 1906. Il 3 aprile del 1905 nella sala del Liceo per i festeggiamenti del centenario dell'istituto Arturo Toscanini dirige la trascrizione di uno Scherzo pianistico (1849) di Stefano Golinelli appositamente orchestrato da Mugellini. In occasione del secondo ciclo dei “Concerti Mugellini”, nel gennaio-marzo del 1906, si esibisce insieme a un quartetto costituito da Mario Corti e Giuseppe Fantuzzi al violino, Ottorino Respighi alla viola e Antonio Certani al violoncello, mentre due concerti orchestrali vedono la partecipazione di Busoni in veste di compositore ed esecutore. Nel marzo del 1906 il “Quintetto Mugellini” si esibisce in diverse città italiane: Milano, Bergamo, Brescia, Trento, Udine, Trieste, Verona. Il 23 dello stesso marzo la Loggia massonica “Otto agosto” ammette Mugellini come Apprendista e più tardi come Compagno d’arte (22 gennaio 1907) e Maestro (2 aprile 1908).
Il 16 marzo del 1907, dopo la morte della moglie, Mugellini sposa la sorella minore della defunta Rosa, Pasqualina Ceppetelli. Nell’autunno tiene tre concerti alla Bechstein Hall di Londra, con successi testimomiati dai principali quotidiani londinesi. All’inizio del 1908 tiene a Bologna (Liceo musicale) e Milano (Conservatorio) una conferenza sui Nuovi sistemi fondamentali nella tecnica del pianista, il cui testo viene tempestivamente pubblicato sulla «Rivista musicale italiana». In occasione del corso tenuto a Bologna, con 115 allievi, sull’impiego del peso del braccio e del corpo nel suonare il pianoforte, nascono le Lezioni teorico-pratiche sui sistemi fondamentali nella tecnica del pianista (Milano, Carisch e Janichen, 1908), corredate da numerosi disegni e fotografie, e la revisione del Clavicembalo ben temperato di Bach con la Breitkopf und Härtel di Lipsia. All’inizio del 1909 riprendono i “Concerti Mugellini”, intesi ora come concerti pianistici. Saranno tre ogni anno, e si caratterizzeranno per la scelta dei programmi, tendenzialmente monografici. Il 31 marzo del 1910 viene aggregato per acclamazione alla sezione dei compositori (matricola n. 3109) dell’Accademia Filarmonica di Bologna. Nel 1911 pubblica il Metodo d’esercizi tecnici per pianoforte, in otto quaderni (Milano, Carisch e Janichen). Nell’ottobre dello stesso anno viene designato dalla Giunta comunale direttore incaricato del Liceo, e gli viene affidato il corso di Alta composizione. Ma verso la fine dell’anno, il Consiglio comunale invita Giacomo Orefice a ricoprire la carica, suscitando numerose proteste sulla stampa e da parte degli insegnanti che sostengono la conferma di Mugellini. Il 15 gennaio del 1912, alle ore 8.15, muore a Bologna nella sua abitazione di via Mazzini 42. Il 18 dello stesso mese la salma è traslata a Fossombrone per essere sepolta nella cappella privata della famiglia Ceppetelli, accanto alla tomba della prima moglie Rosa.
Negli anni seguenti si susseguono le commemorazioni in suo onore: il 18 marzo del 1912 Amilcare Zanella dà un concerto alla sua memoria, con l’intento di raccogliere fondi per istituire un premio a lui intitolato; il 15 aprile l’Accademia Filarmonica lo celebra con un concerto commemorativo; il 16 marzo del 1913, nel foyer del Teatro “Petrucci” di Fossombrone, in occasione del primo anniversario della morte, viene scoperta una lapide in sua memoria con il testo di Olindo Guerrini. Nell’occasione vengono eseguite alcune sue composizioni con un concerto sinfonico-vocale diretto da Amilcare Zanella, direttore del Liceo musicale di Pesaro. Nel giugno-luglio del 1914 Il Liceo di Bologna istituisce il “Premio Mugellini”, una borsa di studio assegnata da quell’anno ad alunni delle classi di pianoforte particolarmente meritevoli ma privi di mezzi. Il 28 ottobre del 1933, il comune di Potenza Picena intitola a Bruno Mugellini il locale Teatro condominiale, allora appena restaurato, che ancora oggi porta il suo nome.
Quattro direttrici
L’opera di Mugellini si esplica almeno attraverso quattro direttrici portanti: la didattica, l’organizzazione, il concertismo e la composizione, dove seppe eccellere come il suo maestro Martucci. Non v’è dubbio che la parabola artistica si concentri in un periodo artisticamente denso di novità e a cavallo fra '800 e '900 in un ambiente come quello bolognese ricchissimo di attività artistiche. Bologna era pur sempre la città wagneriana per eccellenza, ove si erano svolte alcune prime del compositore tedesco: Lohengrin e Tannhäuser. Certo, non di meno furono importanti le presenze di Martucci e Mancinelli. Il rinnovato interesse per la musica strumentale e l’istituzione di importanti Società come quella del Quartetto fecero sì che Mugellini trovasse terreno fertile in cui poter affermare le sue doti artistiche. Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1804, il Liceo Filarmonico di Bologna ha considerato il pianoforte tra gli strumenti principali dell’istituzione. L’insegnamento di “piano e forte” è in elenco subito dopo la materia per eccellenza quale il contrappunto. Già in qualità di allievo, Mugellini sa dimostrare il suo talento: nell’“esperimento” del 9 aprile del 1888, frequentando il V anno, esegue con Minguzzi la Chacconne di Raff per due pianoforti; il 14 giugno del 1890, al VII anno, dà prova di sé nella Sonata in re min. op. 31 n. 2 di Beethoven; il 27 giugno del 1891, all'VIII anno, eseguerà la Ballata in sol min. di Chopin e lo Studio in Do magg. di Rubinštein. Nel 1891 troviamo il ventenne Mugellini tra gli insegnanti di pianoforte di una cattedra supplementare: è il periodo in cui, ammalato il maestro Tofano, l’artista marchigiano riceve gli insegnamenti fondamentali del compositore campano, venendo a contatto con l’antica tradizione della scuola pianistica napoletana fondata da Cesi. A favore del maestrino Martucci propone, per aver disimpegnato “con piena soddisfazione” l’incarico delle classi di pianoforte A e B (in sostituzione di Tofano), la somma di lire 100 (l’artista “potentino” saprà con amore e professione contraccambiare questi insegnamenti con alcune lezioni impartite ai figli di Martucci).
Nel 1893, Mugellini ricevette il ruolo d’insegnante di pianoforte: senza alcun dubbio furono proprio gli insegnamenti martucciani a formarlo artisticamente e professionalmente. Il riscontro lo si ebbe il 12 giugno del 1892, quando nell’“esperimento” degli allievi di composizione Mugellini propose Alle fonti del Clitumno. Il successo fu testimoniato dalle innumerevoli recensioni del tempo. Il 20 gennaio del 1895 Martucci segue con intima partecipazione il debutto pianistico dell’artista marchigiano nella sala del Liceo: in omaggio al maestro Bruno suona lo Scherzo in La magg. op. 53 n. 1 e la Tarantella in sol min. op. 44 n. 6, poi anche l’op. 27 n. 2 di Beethoven, brani di Schumann, Rubinštein e Hiller per concludere con lo Studio op. 10 n. 7 e la Ballata op. 47 di Chopin. Della stima e dell’affetto per Mugellini, Martucci dette chiare prove in diverse occasioni segnalando l’allievo con l’autorità del suo nome. Il 15 luglio del 1899 Filipo Ivaldi, allievo di Mugellini, si classifica al secondo posto per la cattedra di pianoforte e la cattedra viene assegnata a Guido Alberto Fano (anch’egli allievo di Martucci). Con il nuovo secolo le cattedre di pianoforte del Liceo musicale spettano a Mugellini, Fano e Ivaldi. Fra gli allievi di Mugellini si segnalano Adele Azzali, Olga Battistini, Giovanni Calero, Susanna Contini, Corilla Grandi, Margherita Gnoli, poi anche Carolina Melli, Maria Mingarelli, Clelia Pin, Jole Ranuzzi, Pia Salvioni, Elda Stagni e Olga Supino. Spesso è lo stesso Mugellini a dirigere l’orchestra del Liceo bolognese in occasione degli “esperimenti” dei suoi allievi, come ad esempio nell’anno scolastico 1898-99. Nel 1902, Mugellini deve salutare Martucci, chiamato alla direzione del Conservatorio di Napoli, e al commiato bolognese la Gavazzi, alunna di Mugellini, offre al compositore, a nome delle tre scuole di pianoforte, uno splendido album con epigrafe di Olindo Guerrini e le firme di tutti i professori e gli studenti del Liceo bolognese. La direzione dell’istituto viene affidata a Marco Enrico Bossi (già allievo di Poppi nel 1871-73), che imprimerà alla scuola un’attenzione maggiore verso gli autori contemporanei, a cui anche Mugellini si adeguerà proponendo in alcuni concerti del 1910 autori come Frank e Balakirev.
Indubbiamente Mugellini fu un artista che seppe sempre essere fedele a sani principi didattici, lontano dai grandi palcoscenici e amico della proverbiale ars severa magnum gaudium. Per Alessandro Longo fu un fervente seguace della tecnica di Breithaupt: era una tecnica che dava poca importanza all’articolazione delle dita e al passaggio del pollice, mentre considerava moltissimo l’elasticità e il movimento della spalla e del braccio. Ciò permetteva una più accurata e sicura esecuzione delle più difficili composizioni pianistiche, addirittura in minor tempo e con meno stanchezza. La tecnica del Breithaupt fu adottata anche da Rossomandi al Conservatorio di Napoli. L’attività didattica poi si concretizza anche attraverso azioni scientifico-editoriali. Le conferenze del 1908 tenute a Bologna e Milano sui Nuovi sistemi fondamentali nella tecnica del pianista ottengono vasta eco, tanto da essere pubblicate nella «Rivista musicale italiana» in una versione ampliata. In questa occasione, Mugellini denuncia i difetti dell’impostazione ottocentesca sostenendo le nuove idee di Breithaupt e Matthay. Il suo impegno fu rilevante anche nel rinnovamento dei programmi didattici, con importanti progetti di riforma che però non poté attuare a causa della prematura scomparsa. Fu sicuramente Martucci a indicare la strada del concertismo virtuosistico. Fin dagli esordi bolognesi Mugellini seppe dimostrare il suo valore con pezzi di bravura, come la Sonata op. 27 n. 2 di Beethoven, la Romanza op. 28 di Schumann, una Polacca di Chopin che riproporrà nel concerto romano del 1894. Quanto ai programmi, non disdegnò di inserire nei suoi recital proprie composizioni, per esempio Sognando, le Impressioni e spesso anche brano in duo come le sonate per violoncello e per violino. A partire dal 1908, col distacco della composizione, cercherà di non inserire più proprie composizioni concentrandosi maggiormente sui grandi classici: Beethoven, Chopin, Schumann, Liszt.
Per quel che attiene all’attività organizzativa, i “Concerti Mugellini” furono nel corso degli anni un punto di riferimento cittadino e un’ottima palestra per gli esecutori. I concerti furono resi possibili grazie alla rete di sostenitori che l’artista era riuscito a costruire nel tempo. Le prime stagioni, anche coll’aiuto della moglie, si svolsero la domenica pomeriggio nella sala del Liceo musicale e i concerti con orchestra al Teatro Comunale, con notevole successo di pubblico e di critica. Non mancarono anche gli esordi (1906), come nel caso del quartetto d’archi formato da giovani talentuosi come Mario Corti, Giuseppe Fantuzzi, Ottorino Respighi, Antonio Certani, a cui spesso si aggiungeva lo stesso Mugellini. Come compositore, Mugellini ebbe occasione di dimostrare fin da studente le sue doti artistiche. L'Idillio per orchestra prende a modello sì gli stilemi wagneriani del Siegfried o dei Meistersinger, ma presenta già originalità, cura del dettaglio, ricerca degli effetti e la tipica spontaneità delle idee melodiche. Fu, però, l’anno seguente (12 giugno 1892) che Mugellini propose il poema sinfonico Alle fonti del Clitumno, che trasse dall’omonima ode carducciana, affrontando una delle forme strumentale più difficili, come il poema sinfonico. Anche in questa occasione, lo stile, la condotta delle parti, l’istrumentazione dimostrano che Mugellini ha ormai raggiunto la maturità artistica sia nelle idee sia nella fattezza del brano. Ancora una volta la chiarezza melodica, la smagliante tavolozza orchestrale e le ricche modulazioni infondono a questo lavoro una grande originalità.
L’attività per cui l’artista viene ancora oggi maggiormente riconosciuto è quella di revisore. La mansione fu avviata con l’editore Ricordi nel 1894 grazie ai buoni auspici di Martucci. In pochi anni, Mugellini ebbe l’occasione di curare le revisioni di studi ed esercizi di autori come: Kessler, Moscheles, Kalkbrenner, Czerny. Il grande successo arrivò però nel 1897 con la revisione dei 23 pezzi facili di Giovanni Sebastiano Bach, tanto da indurre Ricordi a commissionare a Mugellini la revisione di tutte le opere didattiche di Bach. Le pubblicazioni inizieranno nel 1899 con le Suites francesi, proseguiranno con quelle inglesi, le Partite e ouverture francese, le Invenzioni a due e a tre voci e infine le Toccate e sonate. Il modello a cui Mugellini si ispira è quello busoniano, che aveva revisionato qualche anno prima le opere bachiane per la Breitkopf und Härtel di Lipsia mediante “annotazioni” di stampo pedagogico e numerosi segni grafici. Mugellini, ritornerà nel 1908 a pubblicare revisioni bachiane col Clavicembalo ben temperato per la Breitkopf. Solo dopo il 1910 prenderà forma, invece, il progetto di una nuova edizione completa delle opere bachiane per tastiera sotto la supervisione di Busoni, con alcune raccolte minori assegnate proprio a Mugellini e pubblicate postume nel 1915-16 e 1921, dopo la sua morte.
Composizioni, revisioni, prefazioni, trattazioni
Tra le composizioni di Mugellini, si ricordano: Fantasia-Capriccio per pf. (1887), Studio-capriccio per pf. (1887), L’inverno di Pio Mugellini per canto e pf. (1887), Romanza per s. e pf. (1889), Il suo sguardo di P. Mugellini per t. e pf. (1889), Ho detto di Lorenzo Stecchetti per t. e pf. (1890), Fiore di siepe di L. Stecchetti per canto e pf. (1890), Prologo e Salmo per br. coro e orch. (1890?), Donna, vorrei morir di L. Stecchetti per canto e pf. (1890), Preludio per grande orch. (1890), Idillio per orch. (1891), Alle fonti del Clitumno per orch. e coro (1892), Sognando per pf. (1893), Impressioni 4 bozzetti per pf. (1896), Sonata in Re magg. per vl. e pf. (1897), Sonata in sol min. per vc. e pf. (1898), Ballade per pf. (1900), Quintetto per archi e pf. (1904), Intermezzo per pf. (1905), Impressioni 4 pezzi per orch. (1914).
Tra le edizioni pratiche di classici del pianoforte: J.S. Bach, 23 pezzi facili (1897), Piccoli preludi e fughette con la collaborazione di P. Montani (s. a.), Invenzioni a 3 voci e Suites francesi (1898), Invenzioni a 2 voci (1900), Suites inglesi (1901), 4 Partite e Ouverture francese (1902), Toccate e Sonate (1906); H. Bertini, 25 studi op. 29 (1909), 25 studi op. 32 (1909), 25 studi op. 100 (1909), 25 studi op. 134 (1909), 25 studi op. 137 (1909); M. Clementi, Preludi ed esercizi in tutti i toni maggiori e minori (1900), 12 sonatine opp. 36, 37, 38 (1904), Gradus ad Parnassum (1900-1910); J. B. Cramer, 60 studi (1911); C. Czerny, Studi op. 755 (1905), Esercizi e studi sulle scale op. 751 (s. a.); S. Heller, 25 studi melodici preparatori agli studi ed alle opere della scuola moderna Arte di fraseggiare op. 16, 25 studi progressivi op. 46 (1911), 25 studi per il ritmo e l’espressione (intr. all’op. 46) op. 47 (1911); F. Hünten, 25 studi op. 114 (1897); F. W. M. Kalkbrenner, 24 preludi op. 88 (1897); J.C. Kessler, 24 studi op. 20 (1894); S. Lebert - L. Stark, Gran metodo teorico-pratico per lo studio del pf. (1905); I. Moscheles, 12 studi caratteristici (1895); W. A. Mozart, Sei sonatine (1907). Per la Bach-Busoni-Ausgabe curò i voll. XI (Konzerte nach verschiedenen Meistern BWV 972-979), XII (Konzerte nach verschiedenen Meistern BWV 980-987), XIX (Präludium und Fuge BWV Anh. 177, 894, 895, 897, 923, 951), XX (Präludien und Fughetten BWV 899-902, Fugen BWV 950, 954, 955), XXI (Fugen BWV 896, 944-949, 952, 953, Anh. III 180), XXIV (Suiten BWV 818a, 819, 1006a, Sonaten BWV 963, 964), postumi del 1915-21.
Principali scritti: Prefazione a J. Ch. Kessler, 24 Studi (1894); Prefazione a I. Moscheles, 12 Studi (1895); Prefazione a J. S. Bach, 23 pezzi facili (1897), Suites francesi (1899); Esami di diploma di magistero (1899); Prefazione a J. S. Bach, Suites inglesi (1901), Partite e ouverture francese (1902); Prefazione a M. Clementi, 12 Sonatine opp. 36-37-38 (1904); Sull’insegnamento del pf. negli istituti musicali d’Italia (1907); Prefazione a W. A. Mozart, 6 Sonatine (1907); Nuovi sistemi fondamentali nella tecnica del pianista (1908); Lezioni teorico-pratiche sui nuovi sistemi fondamentali nella tecnica del pianista (1908); Metodo d’esercizi tecnici per pf. (1911).
Per finire, una bibliografia essenziale: Guglielmo Mici, Discorso per la commemorazione di Bruno Mugellini alla R. Accademia Filarmonica di Bologna (1912); Gino Bellio, Bruno Mugellini e l’opera sua (1912); Mylvius [Paride Forniti], Ricordando Bruno Mugellini (1913) e Bruno Mugellini (1913); Alessandro Longo, Bruno Mugellini (1920); Arnaldo Bonaventura, Bruno Mugellini (1920); Mauro Mancini, Il teatro Bruno Mugellini: cenni storici. Bruno Mugellini: l’uomo, l’insegnante, l’artista (1990); Andrea Parisini, Bruno Mugellini: un maestro della scuola pianistica bolognese (1998); Emiliano Giannetti, Bruno Mugellini, maestro del pianoforte (2010) e Bruno Mugellini (2012); Paolo Peretti (a cura di), M. inedito. Bruno Mugellini e il pianoforte in Italia tra ’800 e '900 (2012); Carlo Lo Presti, I Concerti M. e la vita musicale all’inizio del '900 (2014); Paola Ciarlantini e Paolo Peretti (a cura di), Bruno Mugellini musicista: vita, luoghi, opere (2016), con scritti di Alessandra Gattari, Roberto Domenichini, P. P., Danilo Tarquini, Carlo Lo Presti, Antonio Caroccia, Antonio Tarallo, Angela Annese, P. C. (La produzione compositiva di Bruno Mugellini: verso un'ipotesi di catalogo,
Antonio Caroccia
Mugellini, piceno di Bologna
in Jadranka Bentini e Piero Mioli (a cura di)
Maestri di Musica al Martini. I musicisti del Novecento che hanno fatto la storia di Bologna e del suo Conservatorio
Bologna, Conservatorio «Giovan Battista Martini», 2021