Luigi Guida (Massaquano, 8.III.1883 - ivi, 15.XII.1951).

Una biografia da riscoprire
Don Luigi Giovanni Guida nacque l’8 marzo 1883 a Massaquano, frazione di Vico Equense, da Vincenzo Guida e Orsola Imperato. Primo di cinque fratelli, intraprese gli studi letterari con don Gaetano Guida, lontano parente e sacerdote della parrocchia che, ormai anziano, dedicava il suo tempo libero alla formazione dei giovani indigenti che non potevano permettersi un’istruzione. Incoraggiato da don Gaetano, a dodici anni Luigi entrò nel seminario arcivescovile di Sorrento, frequentando il liceo classico e studiando la musica e il francese, che non facevano parte del piano di studi classico. Mostrò da subito una spiccata attitudine per l’arte di Euterpe e il suo primo insegnante fu Raffaele Grandville, a sua volta allievo Nicola Antonio Zingarelli. Nel seminario di Sorrento lo studio della composizione musicale, sebbene non comune, rappresentava per quell’epoca un’opportunità unica per un giovane studente di talento come Luigi. L’arcivescovo mons. Giuseppe Giustiniani apprezzò da subito le sue capacità, premiandolo nel 1904 con la stampa di una sua opera, una salutazione alla Vergine composta in occasione dei cinquant’anni dell’istituzione del dogma dell’Immacolata Concezione.
Nel corso delle ricerche del Centro Studi, sono state rinvenute delle stampe di canzoni napoletane scritte per il Festival di Piedigrotta su testo profano di Giuseppe Castellano e musica di Luigi Guida, che risalgono alla fine degli anni novanta del novecento. Non si può ancora accertare se si tratti di un omonimo oppure del futuro don Luigi, talento evidentemente assai precoce.
Nel 1908 Luigi professò i voti sacerdotali e fu nominato ebdomadario della Chiesa della Santissima Annunziata di Vico Equense. Cominciò un anno di attesa per lui che desiderava approfondire la sua formazione musicale, sostenuto dal Vescovo della Diocesi di Sorrento. Tuttavia, la Diocesi di Napoli, consapevole dei pericoli che una grande città poteva nascondere per un giovane sacerdote per di più cagionevole, si diceva contraria. È arrivato fino a noi un ricco carteggio che documenta la corrispondenza tra le due Diocesi impegnate a sostenere le rispettive tesi. Infine, nel 1909, Luigi fu accolto nella parrocchia di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone, entrando come allievo effettivo al Liceo Musicale di Napoli fondato da Sigismondo Cesi e Ernesto Marciano.
Don Luigi si diplomò con il massimo dei voti e la lode in Composizione presso il Conservatorio San Pietro a Majella (1913) sotto la guida di Antonio Savasta. Completò la sua formazione conseguendo l’abilitazione al Canto Corale (1915) e all’Organo (1920) con il maestro Giuseppe Cotrufo, e in Pianoforte (1918) con Cesi e Marciano. Negli anni successivi inaugurò una lunga carriera di insegnante per conto dei Padri Gesuiti che svolse per oltre quarant’anni, prima a Vico Equense e poi all’Istituto Pontano alla Conocchia di Napoli. Già nel 1922 la casa editrice Fratelli de Martino di Napoli pubblicò il primo volume di canzoni del Maestro, intitolato Mystica. Canzoni alla Vergine e Inni al Sacro Cuore, più volte ristampato (1929, 1940 e 1953), e nel 1932 pubblicò Mystica. Parte seconda – Mottetti. Tra le gemme più preziose di Mystica. Parte seconda occorre ricordare O Jesu me Dulcissime, più volte incisa da Luciano Pavarotti, e Padre Nostro, scritta durante la Grande Guerra. Comincia nel 2019 un lavoro di recupero e catalogazione dell’opera completa del Maestro: nel 2020 l’editore Armelin pubblica Mystica. Parte terza – Inni, canzoni e mottetti, a cura di Candida Guida e Francesco Aliberti. Nel 2021, con la fondazione del Centro Studi Musicali Luigi Guida, il lavoro di scoperta e revisione continua, sempre in collaborazione con Armelin e col supporto di Giovanni Lucibello, con la pubblicazione della cantata L’Italia a Dante (Cantata per coro a due voci bianche o femminili e orchestra, scritta in occasione del seicentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri e stampata per la prima volta dal Centro Studi in occasione dei settecento anni dalla morte del poeta), delle Arie da Camera per canto e pianoforte, di cui è stata realizzata una incisione discografica, della Trilogia Sabauda (A Maria Cristina di Savoia. Il trono, la tomba, l’altare. Cantata per baritono solo, coro di voci bianche, coro di voci maschili e orchestra) e di due Cantate alla Vergine su testo di Francesco Petrarca (Cantata n. 1 per solo di soprano, coro e orchestra; Cantata n. 2 per solo di contralto, coro di voci bianche, coro di voci maschili e orchestra).
L’attività compositiva di Guida fu prevalentemente dedicata all’Istituto Pontano alla Conocchia, come lui stesso dichiarò nel 1951. Risale a quell’anno infatti una lettera indirizzata ai Padri Gesuiti, in cui Luigi chiedeva assistenza economica a causa di problemi di salute: “Sono stato per quarant’anni maestro di cappella, di canto, di composizione e direttore di esecuzioni […]. Gli Oratori da me composti esclusivamente per il collegio sono stati moltissimi, senza contare tutte le accademie fatte quasi ogni anno, tutte le rappresentazioni teatrali ed altre funzioni di vero interesse del Collegio”. Ritiratosi a Massaquano dal 1947, lì si spense il 15 dicembre 1951. È sepolto nell’ex Cattedrale di Vico Equense, la Chiesa della Santissima Annunziata, luogo della sua prima nomina ecclesiastica.
Il ricordo del Maestro sul territorio
A don Antonio Guida, parroco di Massaquano dagli anni Ottanta alla morte nel 2018, va il merito di aver serbato nella memoria della comunità il ricordo di don Luigi attraverso la stesura della biografia Il cantore di Maria (giunta alla terza ristampa) e la divulgazione della musica già stampata del Maestro. Allo stesso periodo risale un’incisione dell’Archiflute Ensemble. La parentela trai due sacerdoti ha permesso a don Antonio di compilare un lavoro biografico che si basa principalmente su aneddoti, racconti e ricordi personali, richiamando per esempio il periodo in cui il Maestro trascorreva le estati nella casa paterna della collina vicana. In quelle occasioni la sua indole schiva non gli impediva di essere comunque raggiunto da importanti nomi del panorama musicale dell’epoca (tra cui il baritono napoletano Mino Cavallo). Il prestigio raggiunto in vita è attestato dal documento post mortem per la tumulazione privilegiata nella ex cattedrale di Vico Equense. Soltanto un altro illustre esponente della società vicana ha ricevuto questo onore: Gaetano Filangieri, insigne giurista e filosofo del Regno di Napoli. Dal testo di don Antonio si percepisce l’essenziale missione dell’opera di Guida: una meditazione appassionata, ispirata da una fervida devozione religiosa ed espressa nell’insegnamento; un apostolato artistico presso la gioventù dei collegi maschili gesuiti e del collegio femminile francescano di Napoli presso cui dirigeva le voci femminili del coro Ars et Bonum. Don Luigi volle privilegiare questa missione anche rispetto a ghiotte occasioni di carriera, tra cui l’ipotesi di un trasferimento giovanile a New York, in qualità di maestro di cappella della Cattedrale.
La scuola napoletana e le influenze artistiche
Luigi frequentò il Liceo Musicale di Napoli, la scuola fondata da Sigismondo Cesi ed Ernesto Marciano, curatori della celebre Antologia pianistica, e respirò l’aria internazionale di una città che fino a pochi decenni prima aveva ospitato talenti straordinari della scuola di composizione e di pianoforte: Donizetti, Mercadante, Thalberg, Beniamino Cesi. Luigi fu allievo di Antonio Savasta, alfiere della musica da camera e strumentale, maestro tra l’altro del celebre direttore d’orchestra Ottavio Ziino. La genealogia didattica del Savasta risale fino a Francesco Durante – e quindi al nucleo più potente della scuola storica – attraverso maestri del calibro di Nicola D’Arienzo, Vincenzo Fioravanti, Giuseppe Jannacconi. Quest’ultimo in particolare rappresenta l’estremo anello di congiunzione tra la scuola romana e quella napoletana. Fu responsabile della Cappella Giulia succedendo a Zingarelli (a sua volta allievo di Fenaroli e associato con Paisiello alla direzione del Real Collegio di Musica, poi Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli). Florido autore di musica sacra e frequentemente citato da Baini nelle Memorie storico-critiche su Palestrina, Jannacconi fu anche allievo, con Muzio Clementi, di Gaetano Carpani, e maestro a sua volta del noto presbitero, trascrittore e collezionista di musica Fortunato Santini. Esiste un’altra linea genealogica che connette Guida alla scuola napoletana del Settecento, attraverso la mediazione di Giuseppe Cotrufo, che fu allievo degli organisti Filippo Capocci e Remigio Renzi, entrambi discepoli del padre di Filippo, Gaetano Capocci. Quest’ultimo seguì le lezioni dell'organista Sante Pascoli e del compositore Valentino Fioravanti, che a sua volta fu allievo del già citato Jannacconi e di prestigiosi maestri di scuola napoletana, quali Tritto, Insanguine e Fenaroli. È utile sottolineare come il riscatto della musica sacra in Italia sia cominciato silenziosamente attraverso l’attività di organisti e didatti di ambito napoletano e romano, che hanno influito anche sulla formazione di uomini di cultura di prim’ordine: per esempio, Angelo De Santi, uno dei massimi promotori della rinascita della musica sacra in Italia all’epoca di Pio X, nonché fondatore della Scuola Superiore di Musica Sacra, poi Pontificio Istituto di Musica Sacra, fu allievo di Gaetano Capocci, e quindi strettamente legato alla tradizione didattica napoletana. Questa digressione restituisce al lettore una fitta trama di notizie che palesa la ricchezza dell’eredità didattica consegnata al giovane Luigi dalla tradizione. Fondamentale, comunque, fu l’esperienza diretta a contatto con i grandi musicisti della Giovane Scuola di area napoletana, in particolare Cilea, da cui fu molto apprezzato.
Lo stile di Luigi Guida
Per anni l’espressione musicale di Luigi Guida è stata collocata nel movimento ceciliano, che dopo il lungo silenzio della musica sacra nell’Ottocento, dovuto anche alla radicale chiusura della Chiesa nei confronti delle novità, volle rilanciare il rapporto tra liturgia e musica cercando un compromesso con le esigenze espressive contemporanee e accogliendo l’influenza della musica antica e della sua forza spirituale. Gli anni di Guida sono gli stessi in cui Respighi, Malipiero e Casella avviano la scoperta della musica del Rinascimento, di Vivaldi e Bach. Tra l’altro Guida era molto amico di Lorenzo Perosi, considerato il compositore più rappresentativo nell’ambito del movimento ceciliano. Si racconta che Perosi fosse costretto a disdire una sua direzione del Natale del Redentore al San Carlo di Napoli, e chiese che a sostituirlo fosse solo e unicamente Guida. In Perosi si attua quella sintesi programmatica tra sobrietà della tradizione e influsso delle istanze musicali contemporanee (con riferimento al verismo e al neo-modalismo) che caratterizza anche la parabola creativa di Guida. In quanto sacerdote e rampollo della scuola napoletana, don Luigi fu in grado di elaborare una sintesi vivacissima tra le due istanze che l’Ottocento cattolico aveva fondamentalmente tenuto distanti, la devozione religiosa e l’espressione musicale: la prima solidamente ancorata alla tradizione, la seconda governata dalla vena melodica di impianto cameristico-operistico e corredata da una ricerca armonica orientata al recupero della tavolozza espressiva dei modi antichi. Si può dire che nei Mystica, i due volumi pubblicati da Guida quando era ancora in vita, si profili con evidenza tale varietà di influenze: il primo volume è più popolare, dal respiro più libero e colorito; il secondo più contemplativo e indirizzato alla liturgia. Ciò che contraddistingue la musica di Guida è dunque il suo carattere regionale che, se per un verso sembra limitarne la fortuna all’interno di un circuito ristretto, quello degli autori cosiddetti ‘minori’ della Scuola napoletana, dall’altro invece ne esalta la peculiarità, il legame con le proprie radici, la famiglia, la comunità locale, la terra e il mare, per cui la sintesi operata dal movimento ceciliano in Guida si arricchisce di note di colore tipicamente meridionali.
Guida fu a contatto con gli autori della Giovane Scuola di ambito napoletano, Cilea e Leoncavallo, e fu fervido studioso di Mascagni e Puccini: nel fondo dei Gesuiti si sono rinvenute trascrizioni e orchestrazioni di Cavalleria Rusticana, Tosca, Inno a Roma. Tali influenze sono indiscutibili, e si deve pure ammettere che la sobrietà mutuata dagli studi religiosi ha permesso a Guida di calibrare con sapienza le spigolature espressionistiche – a tratti ruvide – di un certo verismo, in funzione di un maggiore equilibrio tra forma e forza espressiva, sulla scia di altri compositori dell’epoca, pionieri di un Novecento classicista, quali Zandonai, Respighi, Casella. E tutto questo senza rinunciare alla vena napoletana, quel colore inconfondibile che caratterizza le celebrate canzoni del tempo e particolarmente evidente nelle composizioni da camera del Maestro.
La fortuna del Maestro: committenze, amicizie e nuovi orizzonti di studio
Negli ultimi tre anni il lavoro del Centro Studi, ha palesato l’estrema versatilità del compositore Luigi Guida e la sua capacità di adattare la scrittura alle esigenze del committente – di volta in volta: un collegio che aveva bisogno di musica per i ragazzi; i Gesuiti che richiedevano composizioni ricche e forbite per la celebrazione di ricorrenze, anniversari e feste della comunità o di interesse nazionale; le parrocchie che commissionavano inni per i Santi Patroni. Non è secondaria la sua esigenza di artista a contatto coi professionisti della musica, cui affidava pagine elevate ed elaborate, anche nella tecnica esecutiva. A tal proposito si segnala un nutrito gruppo di scene liriche per voce e pianoforte, cui si accostano non solo le liriche da camera – tra le quali è opportuno ricordare Mistica (da non confondere col titolo delle raccolte), che attesta la frequentazione della poesia di Ada Negri, allineando Guida alla sensibilità di Respighi – ma anche alcuni mottetti – Aurora ne è l’emblema – divenuti popolari tra i devoti e che hanno il sapore della melodia napoletana. Il componimento è conosciuto in ambito liturgico popolare nelle più svariate versioni che ne tradiscono l’eleganza cameristica. Aurora fu impiegata da Federico Fellini nel film La dolce vita (1960), da quel momento la sua popolarità non è mai tramontata e nel 2020/2021 la sua melodia è richiamata in un suggestivo momento della Fiction RAI La bambina che non voleva cantare. Aurora fu anche incisa dal Coro Vallicelliano di Roma. La sua fortuna si deve anche al raffinato testo scritto da Padre Francesco Saverio D’Auria. È doveroso ricordare che l’incontro tra Guida e Ada Negri fu favorito da un’eclettica personalità della cultura sorrentina, Giuseppe De Simone, sacerdote, poeta e uomo di lettere di Vico Equense, conosciuto come Don Pinuzzo da Bonea. Questi fu amico di Ada Negri, poetessa che inaugura in Italia un filone di poesia femminile incentrato sulla spiritualità che attraversa il Novecento fino ad Alda Merini (in una lettera di Ada a Don Pinuzzo leggiamo che “scrivere è come pregare”, massima pienamente condivisa dallo stesso Guida). Fu probabilmente Don Pinuzzo il mediatore di un’amicizia proficua tra la poetessa e il Maestro, che fu segnata anche da momenti di collaborazione creativa: come Tirindelli, alfiere della scuola italiana negli Stati Uniti, anche Guida compose una lirica per canto e pianoforte su una pagina assai delicata, Mistica, sul fremito d’amore che cova dietro il senso di pudore di una fanciulla accarezzata da uno sguardo, un fremito in cui eros e ethos, fisicità e spiritualità, si conciliano in un abbraccio vitale senza timori.
Guida ha saputo tessere gli influssi culturali più disparati in una trama artistica fedele alla propria visione della vita, e in tale prospettiva l’esperienza della condivisione coi giovani e l’insegnamento hanno rappresentato un campo privilegiato: buona parte del corpus delle composizioni del Maestro, comprendente inni, mottetti, liriche, cantate, salmi e oratori, fu destinata ai suoi alunni dell’Istituto Pontano, talora affiancati da professionisti, come si evince dalla distribuzione delle indicazioni vocali e delle tessiture in partitura. Il lavoro di recupero della produzione del Maestro, affidato al Centro Studi Musicali Luigi Guida e ancora lontano dall’essere completato, intende restituire all’ascoltatore un profilo in fieri della sua musica: un patrimonio artistico inseparabile dal profumo del mare e dei limoni di Sorrento, dalla pittura figurativa dell’artista locale Antonio Asturi, dalla vita culturale di una Napoli che non esiste più, ma anche dalla memoria di una comunità di credenti che biascicava un latino a tratti discutibile con una fede incrollabile in piccole chiese pregne dell’odore di incenso. Guida rappresenta uno spaccato di civiltà, oltre che di storia musicale, in cui certamente è possibile riscontrare una sapienza musicale che non rinuncia a soluzioni nuove e imprevedibili; ma soprattutto è portavoce di una dignità modesta ma consapevole del tempo che fu.

Oratori
- Il Bellarmino
- Giuditta
- La redenzione di Cristo
- Le sette Parole di Cristo sulla croce
- Trilogia Sabauda. A Maria Cristina di Savoia
Cantate
- A Cristo Re (2)
- Alla Croce di Costantino
- L'Eroica “Impero”
- Giovanna D'Arco
- L'Italia a Dante
- Mater Auxliatrix
- Primavera Aloisiana
- Ai Santi Ignazio e Francesco Saverio
- Alla Vergine
Musica strumentale
- Alba, poemetto
- Invocazione alla Vergine, quartetto
- Reminiscenze, sinfonia per orchestra
- Sonata per violino e pianoforte
Opere liriche
- Il Flaviano
- Primavera di un'anima
- Rolando e Isora
Romanze da salotto
- Canti Greci: Inno alla Musa, Inno a Nemesi, Inno ad Apollo
- Canzonetta marina
- Carmen saeculare
- Chi amo? Amo le stelle!
- Derniere lettre
- Mai più
- Mamma dove sei tu
- Mistica
- Nenia Lunare
- Racconto dell'Orfanella
- Romanza Mistica
- Sera
- Vieni!
- Vieni con me
Raccolte di canti liturgici
- Mystica Canzoni alla Vergine, inni al Sacro Cuore
- Il mio sogno d'oro
- Saluto angelico
- Mater amabilis
- Refugium peccatorum
- Fiori a Maria
- O amabile Maria
- Ave o radiante
- Lodate Maria
- La squilla della sera
- Immacolata Vergine
- Sei pura, sei pia
- Fior soave
- Il canto dell'usignolo
- Un bel pensiero
- Stella del mare
- Campane d'oro
- Guida la vela
- Sussurro
- Salve Regina
- Ritorna maggio
- Aurora
- Regina
- Vorrei Vederti
- O bella mia speranza
- Il Nome di Maria
- All'Addolorata
- Mater Puritatis
- La Madonna di Pompei
- Al Ciel!
- Dolorosa
- Gesù pace, Gesù Amore
- Incontro a Gesù
- Bel Bambino
- Gesù Ostia
- Noi ti vogliamo per Re
- Rifugio
- Sospiro
- Inno dei Crociati
- Venga il regno Tuo
Mystica II Mottetti
- O Esca viatorum
- O sacrum Convivium
- Panis angelicus
- O quam suavis
- Alma Redemptoris Mater
- Memorare
- Inviolata
- O Santissima
- O cor amoris victima
- O Jesu me dulcissime
- Padre nostro
Mystica III Inni, mottetti, canzoni
- Inni Popolari
- A S. Cecilia
- A S. Ciro
- A S. Donato
- Eucaristico
- A S. Francesco de Geronimo
- Per le Giornate Eucaristiche
- A S. Giovanni Battista
- A S. Maria a Chieia
- A S. Maria della Libera
- A S. Maria Visita Poveri
- A S. Renato
- Inni Liturgici
- A Cristo Re
- Gloria al martire invitto
- A S. Luigi
- Mater Auxiliatrix
- Canzoni
- Canto Missionario
- Canzone alla Vergine
- Ecco vengono i giorni
- Maggio muore
- O Tu che ai pascoli
- Placa o Signor
- Preghiera a Gesù Bambino
- Preghiera per il Parroco
- Salve Madre gentile
- Salve Maria
- Scena Lirica
- Siatemi fulgida propizia stella
- Voce di Dio che chiama
- Mottetti
- Ave Maria (2)
- Domine non sum dignus
- Ecce Sacerdos (2)
- Laudate Pueri
- Mater misericordie
- O Salutaris Hostia (3)
- Salve Regina
- Spiritus Domini
- Tantum ergo (5)
- Tota Pulcra
- Altri brani liturgici e brani di interesse storico
- Christus-Miserere
- Giaculatoria del mese Mariano (4)
- Inno alla Bandiera
- Inno a San Gennaro
- Inno alla Madonna delle Grazie
- Inno per la premiazione del collegio d'Abruzzo
- Noi siam pronti a partire
- Preghiera dei piccoli crociati
- Sanctus-Benedictus

Francesco Aliberti, Candida Guida e Chiara Guida