PORPORA (Niccolò), uno de' più celebri maestri di Napoli, dove stabilì una scuola di canto, che ha forgiati i più gran cantanti del 18º secolo, come Farinelli, Cafarelli, Salimbeni, Hubert detto il Porporino, la Gabrieli ec. che si sono fatti ammirare in Europa quai prodigi di melodia. Egli era inoltre profondo nella teoria, e nella pratica del contrappunto, ed ebbe la gloria, essendo in Vienna in casa dell'ambasciatore di Venezia, d'insegnare al grand'Haydn la buona ed italiana maniera di cantare, e quella pure di accompagnare al cembalo, mestiere molto più scabroso di quello che si crede, e che pochi fra i maestri medesimi possiedono perfettamente. Nell'articolo di Carlo VI, e in quello di Haydn (tom. 2, p. 22, 199), abbiamo riferiti alcuni aneddoti relativi al Porpora; egli fu inoltre maestro in Dresda della principessa elettrice di Sassonia M. Antonia Valburga, alla quale dedicò poi l'Eximeno l'opera sua sulla musica. In questa corte ebbe tale stima il Porpora, che ne divenne infin geloso lo stesso Sassone: in Londra fu il rivale di Hendel. La chiesa, la camera e 'l teatro sono stati arricchiti da' suoi capi d'opera, e spesso i Pontefici hanno creduto di fare un dono gradito ai principi regalandoli di un originale di Porpora. Il carattere generale della di lui musica è il grande ed il serio: ma si è di accordo nel dire che quanto è maraviglioso nel cantabile, altrettanto è egli stentato negli accompagnamenti delle sue arie. Ciò però gli è comune con tutti i buoni maestri del suo tempo, Vinci, Leo, Pergolesi ec., perchè la semplicità e l'economia delle note, che costituiscono la grazia, e l'espressione del canto, rendono la musica instrumentale arida e scipita; ma tutti i compositori lo riguardarono sempre come loro modello nel recitativo, Porpora può dirsene il padre, egli trovò la vera declamazione musicale. Morì tuttavia in Napoli nell'estrema indigenza nel 1767, di 82 anni.

Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814


PORPORA NICOLA ANTONIO. Nacque in Napoli a 19 agosto 1686 da Carlo, e Caterina di Costanzo, e fu battezzato nella parrocchiale Chiesa di S. Gennaro all'Olmo. Suo padre esercitava la professione di librajo, ed avendo molti figliuoli pensò d'incamminar questo per la Musica; e perchè avea sortito un naturale elastico ed intraprendente, pensò di allogarlo nel Conservatorio di S. Maria di Loreto, acciò ivi insiem con la Musica avesse ottenuto una decente civile educazione.
Entrato adunque il Porpora nel nominato Liceo, cominciò a dar segni di far riuscita nell'arte armonica, ed ebbe la fortuna di aver avuti per maestri Gaetano Veneziano, il R. D. Gaetano Perugino, e Francesco Mancini, ch'essendo stati prima alunni nel medesimo, aveano acquistate quelle cognizioni a tale uffizio necessarie.
Fatto noto in Napoli il valor di lui, fu incaricato di mettere in Musica per lo nuovo teatro de' fiorentini lo dramma Basilio re di oriente, intitolandosi maestro di Cappella dell'Ambasciador di Portogallo. Per lo teatro allora esistente detto di S. Bartolomeo scrisse la Musica per lo dramma Flavio Anicio Olibrio nel 1711, non avendo che anni 24. Fu in seguito incaricato di scriver per lo teatro Capranica in Roma il dramma Berenice, che ebbe favorevole approvazione, in guisa tale che trovandosi in Roma il celebre Hendel sassone, assai riputato in Londra, costui conobbe la perfezione della Musica di Porpora, e destinò di farlo chiamare in Londra, come col tempo fu eseguito. Nel 1719 Poi scrisse con egual riuscita per l'anzidetto teatro di S. Bartolomeo il Faramondo, e nel 1721 non avendo che 34 anni scrisse per Roma l'Eumene, rappresentato in casa del Conte di Alibert (annunziandosi nel libretto dell'opera per virtuoso di S. A. il Principe di Hassia Darmstadt) con intermezzi. Divenuto in seguito maestro del Conservatorio di S. Onofrio nel 1722 scrisse l'oratorio intitolato il martirio di S. Eugenia che fu rappresentato in detto Conservatorio con infinito plauso; e nell'anno 1723 scrisse la Musica di una cantata detta l'imeneo per le nozze del principe di Montemiletto, nella quale vi cantò Carlo Broschi detto Farinelli allora scolaro del Porpora, e nel tempo medesimo scrisse per lo teatro di S. Bartolomeo altro dramma col titolo amare per regnare, ed indi la Semiramide.
Al sommo talento, di cui la natura avea arricchito il Porpora, si aggiunse un'indole soverchio vivace (come si è detto) ed assai volubile. Quindi non contento dei felici successi che avea ottenuti nella propria patria, volle abbandonarla e si portò in Venezia, ove fatto palese il valor suo, fu scelto per maestro del coro del così detto ospedale della Pietà, in cui s'insegnava alle donzelle così il canto come il suono: e moltissime di queste uscite dalla sua scuola fecero luminosa figura nei teatri d'Italia, fra le quali si distinse la celebre Caterina Gabrieli che lasciato poi tal mestiere si ritirò in Roma, ove agiatamente terminò i suoi giorni. Nel passaggio che fè per Roma, fu invitato a scrivere la Musica per lo dramma il Germanico poesia di Nicolò Coluzzi. Ebbe nella rappresentazione di tal suo componimento i più valenti cantanti di quel tempo, quali furono Domenico Annibale di Macerata, contralto di gran valore, Gaetano Majorana detto Caffarelli allora giovanetto, Angelo Mondicelli, Felice Galimberti ambidue eunuchi che recitavano da donne. Con tal'eccellente compagnia la Musica di Porpora andò alle stelle; nè vi furono in essa arie con cori, clarinetti, tromboni, chiassi di stromenti, gran casse, tamburi. Il Compositore non uscì dal suo stile grave, e posato, qual si conviene ad un dramma eroico. La prima aria eseguita da Caffarelli era la seguente:
Serba costante il core,
Chè di mia spada al lampo
L'altero vincitore
Vedrai cader sul campo
Chiedendo invan pietà.
Ogni altro maestro per far comparire il cantante gli avrebbe fatta un'aria di bravura con timpani e trombe. Ma Porpora volle far comparire il musico nella sua voce, nella sua arte, non già nell'orchestra. Fè valere con una tripoletta e graziosa cantilena la bella voce del Caffarelli, dando a queste parole tutta la dovuta espressione, senza caricare il cantante di volate di passaggi ed obbliare il sentimento. Nè si sforzava l'attore nel principio dell'opera per farlo poi rimaner mutolo, o rauco nel prosieguo, e nelle arie di maggiore aspettativa. Nè si dava libertà al cantante di farsi sentir vocalizzare con una cadenza nella fine dell'aria. Tal era il pensar di quel tempo in cui tutto si faceva a ragion veduta, e non per moda e capriccio. E per proseguire il racconto della vita di Porpora, in Venezia ove, come siè detto, si condusse, scrisse la Musica del Siface, mentre contemporaneamente Vinci aveva scritta quella del Siroe. Amendue trassero loro un partito. Piacea nel Vinci la delicatezza, e la verità nell'espressioni, e si ammirava in Porpora la grandezza, e l'eroico che regnava in tutta l'opera. Quindi nell'istessa Venezia scrisse la Musica per altri drammi fino all'anno 1729. Ma seguendo la sua volubilità nell'anno istesso si portò in Germania, chiamato per maestro dell'Elettor di Sassonia, ed ebbe l'onore di esser destinato ad insegnare il canto alla Principessa Elettorale Maria Antonietta. Dopo due anni si tediò di tale onorifica situazione; ed anche perchè volea primeggiare su di Hendel che aveva a ragione molta riputazione, stimò mutar cielo non volendo cedere il primato a colui.
Si portò intanto in Londra insieme col suo allievo Farinelli per supplire alla mancanza di Hendel nel teatro eroico. Ivi compose le sue 12 cantate sei per canto e sei per alto, che fece elegantemente stampare, e dedicolle a S. A. il Principe Federigo Elettor di Hannover, che riscossero sommi applausi specialmente ne' recitativi, essendo naturalissime le cantilene, le modulazioni piacevoli, seguendo il senso e le espressioni delle parole. Queste cantate furono ammirate ancora da Hendel che non potè non averlo in sommo pregio in tutto il tempo che si trattenne in Londra, e tutta la nazione inglese lo stimò egualmente, avendo scritta la Musica per diversi drammi di quel teatro. Oltre di ciò mentre era in Londra nel 1736 stampò ancora 6 sinfonie da camera a tre stromenti, cioè due violini e basso composte per l'istessa S. A. l'Elettore di Hannover (le quali oggi si chiamerebbero trii), che furono anche applaudite da tutti gl'inglesi dilettanti. Ritornò in Germania, ove diede alle stampe un'altra opera che si può dire essere stata l'antesignana di quel secolo in materia di stromentale, sulla quale in seguito si è ammirato l'inimitabile Haiden che ha esaurito tale materia. Una tale produzione del Porpora fu da lui dedicata alla Principessa Elettorale di Baviera con lettera assai bene scritta, essendo egli stato non solo valente nella Musica, ma anche nelle belle lettere. In Vienna, ove si trattenne qualche tempo, e scrisse molte Musiche, contrasse amicizia coll'immortale Metastasio, che gli facea sentire qualche sua piccola produzione musicale, che veniva dal Porpora applaudita. Ritornò finalmente in Napoli nel 1760 in età molto avanzata, ed invano cercò qualche situazione. Ottenne a stento di scrivere un'opera per lo teatro di S. Carlo e l'ottenne, e fu questa il trionfo di Camilla, ma la sua Musica fu tollerata più per la sua età, e pel suo grido, che pel suo gusto uscito allora di moda. Scrisse la 1.a e 2.a lezione del mercoledì e giovedì santo per la chiesa de' Pellegrini di Napoli con violini e viole cantate da Raf e Caffarelli, che piacquero più per le voci ed abilità de' cantanti, che pel valore del vecchio maestro. Nel 1765 compose la Musica per la festività della translazione del sangue di S. Gennaro nel sedile di Portanova, essendo stata scritta la poesia dal duca di Belforte D. Antonio de Gennaro ben applaudito poeta, e patrizio napolitano. Finalmente il povero Porpora logoro dagli anni, e da tante durate fatiche, avendo consumato ciò che si aveva per tanti anni acquistato, ridotto alla mendicità e mantenuto quasi dai suoi allievi, assalito da fiera pleuritide rese l'anima al Creatore nel 1767, e la congregazione de' musici gli fè gratis l'esequie e fu sotterrato nella loro Chiesa detta del l'Ecce Homo sita nel largo di S. Maria dell'Ajuto. Egli sapeva bene la lingua latina ed italiana, era versatissimo nella poesia italiana, e parlava eziandio la lingua francese e tedesca. Insomma fu un ingegno versatile in tutto ciò che può rendere un uomo veramente istruito.
Le produzioni musicali di Porpora sono le seguenti.
Musiche sacre: lezioni dell'uffizio del defunti -- Laudate pueri Dominum a 4 voci con violini, viola ed oboe -- Magnificat a due cori con violini e viola -- Dixit ad 8 con tutti gli stromenti -- Te Deum a 4 con gli stromenti -- Qui habitat in adjutorio Altissimi a 4 per due canti e due alti con violini e viola per lo Conservatorio di Venezia -- In exitu Israel a 2 cori con violini e viola per lo medesimo -- Te Deum a 4 con tutti gli stromenti -- In te Domine speravi a 2 canti alto e basso con violini e viola -- Lauda Jerusalem a 4 replicato -- In te Domine speravi a 4 -- Magnificat a 2 cori -- Beatus vir a 4 -- Credidi a 4 -- due Laetatus sum a due cori con violini -- Domine probasti me a 4 -- In convertendo a 4 -- Cum invocarem a 4 -- Nunc dimittis a 5 -- De profundis a 4 -- Confitebor a 4 -- Visi Dominus a 4 -- Lauda Jerusalem a 4 -- lamentazioni, e lezioni di settimana santa -- introduzione al salmo Miserere a 4 voci con strumenti, due canti, e due alti -- tre Messe -- Litania a 4 con violini -- una Salve Regina a 4 -- Regina Coeli a voci sole con violini -- altra Salve Regina a voci sole con violini -- sei duetti latini per cantarsi nel giovedì, e venerdì santo nella reale Cappella di Polonia.
Opere teatrali serie: Olibrio -- il trionfo di Camilla -- Mitridate -- gli orti Esperidi -- la Rosmene -- Partenope -- Polifemo -- Arianna e Teseo -- Siface -- Didone -- Ifigenia -- l'Issipile del Metastasio -- l'Agrippina -- la Semiramide -- il Tolomeo -- Giasone -- oratorio per la Natività del Signore -- l'oratorio S. Eugenia.
Cantate: Calcante ed Achille per canto e basso con violini e viola -- datti pace per voce sola -- Ninfe e Pastor per soprano -- sorge la bella aurora per soprano -- dalla reggia di Flora idem -- questo è il platano frondoso idem -- Vulcano per soprano -- da tue veloci candide colombe con violini, viola e basso -- perdono amata Nice per soprano con violini e viola -- il ritiro per soprano con violini -- tace il vento, e tace l'onda per alto con violini e viola -- qual vapor che in valle impura con violini, viola e basso -- otto volumi di cantate -- cantata per la translazione del sangue di S. Gennaro nel sedile di Portanova nel 1765 -- la cantata di Angelica -- due serenate -- madrigali a 4 -- cantata a voce sola -- cantata latina a 4 voci -- arte e cantate diverse in un volume.
Mottetti: mottetto a voce sola di alto -- due mottetti in pastorale -- altro a più voci con stromenti -- tre mottetti a voce sola con violini -- altro mottetto -- solfeggi a voce sola -- sei duetti per soprano e contralto.
Ha composto in oltre diverse sinfonie da camera stampate in Londra -- trii per 2 violini e basso -- dodici sonate per violino e basso -- sinfonie da camera num. 6 per due violini e basso -- solfeggio con accompagna mento di piano-forte.

Carlantonio de Rosa marchese di Villarosa
Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli
Napoli, dalla Stamperia reale, 1840