ROSA (Salvatore), celebre pittore napoletano morto in Roma nel 1673. Amava egli passionatamente la sua arte, e le arti sorelle, la poesia e la musica. Mostrasi buon poeta e bello spirito nelle sue satire, e sonetti pieni di finezza, e bei motteggi: la sua casa in Roma era divenuta un'accademia, cui intervenivano uomini di buon gusto e d'ingegno: recitavansi de' versi, rappresentavansi commedie, e si faceva della musica. Tra le belle satire di questo valentuomo una ve ne ha mordentissima contro i musici e contro i cantanti, e contro quelle composizioni da chiesa non ben adattate alla maestà del soggetto, e al decoro dell'auguste cerimonie de la religione. E pure è ver che con indegni esempj ― Diventano bestemmie a' giorni nostri ― Di Dio gl'inni e li Salmi in bocca agli empj ― Che scandalo è il sentir ne' sacri rostri ― Grunnir il vespro, ed abbajar la messa, ― Ragghiar il Gloria, il Credo, e i Pater nostri! ― E si sente per tutto a più potere ― Cantar sulla ciacona il Miserere ec. Così con tanta ragione, e sì poco frutto cantava questo bell'ingegno, e termina quindi ― Chi vuol cantar, segua il salmista Ebreo, ― Ed imiti Cecilia, e non Talìa, ― Dietro l'orme di Giobbe e non d'Orfeo. Il d.r Burney scrive ne' suoi Viaggi musicali, di avere trovato in una collezione di Cantate di Rossi, Cavalli, Legrenzi, Pasqualini, Bandini ed altri celebri compositori di que' tempi, conservate con diligenza da' curiosi in Italia, un libro prezioso di musica del famoso Salv. Rosa. Le parole di molte di quelle cantate sono di lui, ed otto intere delle medesime sono poste in versi ed in musica, e copiate dalla mano istessa di questo cel. Pittore. Sono esse non solo ammirabili per un semplice dilettante, dice Burney, ma la loro melodia sorpassa in gusto quella della più parte dei maestri del suo secolo (V. Encycl. méthod. art. Cantate, p. 205).

Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814


ROSA SALVATORE. Nacque nel sobborgo dell'Arenella nelle vicinanze di Napoli. Quantunque egli si fosse renduto celebre per la pittura, come le opere che si hanno di lui lo dimostrano, amava ancor con trasporto la poesia, e la Musica. Stando in Roma si dilettò anche dell'arte comica, nella quale si esercitò con felice successo piacendo al sommo a chi l'ascoltava; e la sua casa era divenuta un'accademia per gli uomini di buon senso e di spirito che v'intervenivano. Recitava ad essi le sue satire piene di mordacità, e fra queste si distingue quella intitolata la Musica, nella quale inveisce contro i cantanti, e contro quelle composizioni di Chiesa non adattate alla maestà del soggetto, ed alle auguste cerimonie della religione. Il signor Burney ne suoi viaggi musicali scrive di aver veduto in una collezione di cantate di Rossi, Cavalli, Pasqualini, ed altri celebri Compositori di quei tempi un libro di Musica composta da Salvator Rosa. E le parole di molte di quelle cantate sono di Salvator Rosa, ed otto intere sono copiate dall'istesso autore. Sono esse non solo ammirabili per un semplice dilettante (dice Burney) ma la loro melodia sorpassa in gusto quella della più parte de' maestri del suo secolo (Encyclop. method. art. cantate pag. 205). Non può negarsi che Salvatore non fosse uno degli ingegni grandi del suo secolo.

Carlantonio de Rosa marchese di Villarosa
Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli
Napoli, dalla Stamperia reale, 1840