Alessandro Scarlatti

SCARLATTI (cavalier Alessandro), nato in Napoli, fu allievo in Roma del Carissimi, maestro della cappella pontificia. Egli si rese cel. come compositore in tutti i generi: fu il primo che più contribuì a fissare e perfezionare nel contrappunto la chiarezza, l'espressione e le grazie, conservandovi sempre la nobiltà e semplicità convenevoli, onde dagli italiani veniva chiamato l'onor dell'arte, e il capo de' compositori. Fu egli altresì il primo a tentar di ritorre all'infanzia de' secoli la musica instrumentale. Prima di lui non si sentivano sui teatri d'Italia altre ouverture o sinfonie che quelle di Lulli: Scarlatti scosse il giogo, uscì in campo con ouverture di suo conio, e rispondendo il successo all'impresa, fu riputato un genio. Fu alla corte di Baviera, e in quella di Vienna dove scrisse delle opere italiane per que' teatri con esito felicissimo: venne poi in Roma e dopo aver molto composto pel teatro e per la chiesa, divenne cavaliere, e maestro di cappella della corte di Napoli, ove passò tranquillamente il resto de' suoi giorni, ed impiegò i suoi talenti a formare degli allievi degni di lui. Tra questi distinguonsi il Sassone, il Durante, ed altri rinomati maestri. Scarlatti, fu singolarmente il compositore più fecondo, e più originale di cantate per camera. Il suo genio era effettivamente creatore; alcune collezioni manoscritte, notate di sua mano con la data di ciascun pezzo, provano ch'egli ne componeva assai volte una per giorno. Ad eccezione di alcuni periodi, che hanno di già invecchiato, la sua cantilena ha nondimeno la freschezza della novità; e vi si riconosce la più parte de' motivi e de' tratti di melodia, di cui si sono serviti dopo di lui i migliori compositori de' primi 40, o 50 anni dello scorso secolo. Durante ne ha formati de' duetti; Sacchini se ne serviva per dare scuola di canto nel conservatorio di Venezia, ed al fine di ogni lezione, baciava rispettosamente il libro che le conteneva. Tutti i gran maestri hanno avuta sempre somma stima per lo Scarlatti. Hasse parlando di lui diceva, che in riguardo ad armonia egli era il più gran maestro dell'Italia; Jommelli riguardava la sua musica di chiesa come la migliore in questo genere: le sue messe sorpassano il numero di 200. Nel 1725 Quanz trovò Scarlatti in Napoli, che scriveva ancora per chiesa all'età di 75 anni, e che sonava molto bene di arpa. A Roma se gli attribuisce il merito di aver molto perfezionata la scuola di canto. A lui si deve altresì l'invenzione de' recitativi obbligati. Alessandro aveva una figlia per nome Flaminia, che cantava egregiamente: il cel. pittore Franc Solimena la ritrasse per amicizia frequentando la sua casa, insieme con suo padre al cembalo, con tal grazia ed evidenza involta in una veste da camera, che si mostra il di lei ritratto per maraviglioso a' forestieri. (V. Signorelli Coltura delle due Sicilie, t. 6).
Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814
SCARLATTI ALESSANDRO. Può dirsi con verità essere stato costui il primo astro che rischiarò le tenebre del nostro armonico cielo. Nacque egli in Trapani Città della Sicilia nel 1659. Molto oscuri sono i biografi, che han fatto parola di tal insigne uomo. Poichè dicono, che si portò a studiar la Musica in Roma sotto la direzione del celebre Carissimi, lo che vien anche confermato da signori Charon, e Fayelle nel loro dizionario, senza farci sapere da chi avevano attinta una tal notizia, mentre in quell'epoca vi erano ottimi maestri in Napoli, come Gaetano Greco nel Conservatorio de' poveri di G. C., ed in quello della Pietà de' Turchini Giovanni Salvatore, e Francesco Provenzale, da quali poteva bene essere ammaestrato. Quali principii musicali egli avesse appresi nella sua patria prima di venire in Napoli, è del tutto ignoto. Solo da un dramma, che ha per titolo il martirio di S. Cecilia tragedia sacra posta in Musica dal sig. Alessandro Scarlatti maestro di Cappella della Sacrosanta Basilica di S. Maria Maggiore -- in Roma MDCCIX per Antonio de' Rossi alla piazza di Ceri si rileva che in tal tempo dimorava ancora in Roma, ove già aveva una decente situazione. Neanche si sa quando con la sua famiglia capitò in Napoli già ottimo cantante, sonator d'arpa e Compositore eccellente. Noto è solo che ottenne di esser dichiarato maestro della real Cappella di Napoli. Accoppiava alla profondità del sapere l'eleganza, spogliando la Musica teatrale da tutto ciò, che la deturpava, diminuendo i canoni, le fughe e le controfughe alle espressioni nocive, ed in tutto dedito alla semplicità ed armonia. Migliorò la parte drammatica, atta a destare le passioni, il recitativo, obbligandolo a non iscompagnarsi mai dagli stromenti, dal che gli si diede il nome di obbligato; tolse dagli accompagnamenti tutto ciò che non era atto a renderli ministri della voce, e dell'efficacia degli affetti. Rinforzò il colorito dell'armonia moltiplicando le dissonanze, che servono a prevenire la sazietà della dolcezza. Sostituì le sue sinfonie a quelle del Lulli, che sole si usavano, e rese perfetto lo strumentale, scegliendo i migliori toni che rendon gli stromenti, trascurando i meno opportuni, tutti riducendo a violini, alle viole, ed al basso. Scrisse molte drammatiche composizioni per Cristina di Svezia, per le Corti di Vienna, e Baviera, oltre di molte altre per camera, moltissime sacre, tra le quali una quantità di Messe; nelle quali produzioni si scorge il suo profondo sapere. Scelto per maestro nel nostri Collegi di Musica, non voleva che i precetti suoi inceppasser la mente, in modo che si restringessero alla sola imitazione; insinuando agli allievi che seguissero il proprio genio, cercando solo le vere bellezze senza curarsi dell'indiscreta critica. Nè trascurava d'insinuar loro di non fidarsi alle sole regole, ed a' voli soli dell'ingegno, ma che le une, e gli altri si unissero per produrre opere immortali. Il sommo valore nella scienza armonica dello Scarlatti, gli acquistò tal rinomanza che fu chiesto un di lui parere fin da una nazione occidentale su la controversia insorta fra due professori di Musica, sopra la presa di un secondo soprano in un passo di un Miserere nobis, il quale si vide fatto in una Messa a 4 voci col titolo di scala aretina, censurato come erroneo da altro autore della nazione medesima. Lo Scarlatti con sommo giudizio trovò ripieghi tali onde giustificar l'autore, non volendo in verun modo, per secondare il suo istinto, disgustare alcuno, e trovando il modo di contentare anche il suo contradittore. A ragione fu creduto il maestro del secolo; tante e tante furono le armoniche produzioni sì sacre che profane, che diedè fuori. Ma qual Musica ha lasciata, che oggi potrebbe sentirsi? Il suo stile fu grande, e beninteso; ma il suo gusto fu sempre secco, snervato, e scolastico. Se a Francesco Durante non fosse venuto in mente di ridurre alcuni pezzi delle di lui cantate per due voci tra 'l canto con un alto, concertandoli magistralmente, non si sarebbe il nome dello Scarlatti più udito fra di noi. Da tutti i biografi che di tale autore hanno scritto niente altro attenente alla sua vita si è potuto rilevare, essendosi tutti occupati a tributargli elogii. Solo da una iscrizione posta in sua lode nella Chiesa di Montesanto di Napoli si sa che morì nel 1725 di anni 66; qual memoria qui si rapporta.
HIC SITUS EST
EQUES ALEXANDER SCARLATTUS
VIR ERUDITIONE BENEFICIENTIA
PIETATE INSIGNIS
MUSICES INSTAURATOR MAXIMUS
QUI SOLIDIS VETERUM NUMERIS
NOVA AC MIRA SUAVITATE
MOLLITIS
ANTIQUITATI GLORIAM POSTERITATI
IMITANDI SPEM ADEMIT
OPTIMATIBUS REGIBUSQUE
APPRIME CARUS
TANDEMI ANNOS NATUS LXVI EXSTINCTUS
SUMMO CUM ITALIAE DOLORE
EX KAL. NOVEMB. CIOCIOCCXXV
MORS MODIS FLECTI NESCIA
Le opere profane dello Scarlatti sono le seguenti: il Pompeo dramma per Musica di A. S. maestro di Cappella della Regina di Svezia nel 1684 -- l'Odoacre rappresentato nel teatro di S. Bartolomeo di Napoli. La Musica fu di Giovanni Legrenzi, ma riformata dallo Scarlatti per ordine nel 1694. E nella prefazione dice, che le sue ricomposte ariette eran segnate con un asterisco per non recar onta al signor Legrenzi, cui professava tutto il rispetto -- il Teodosio per lo teatro S. Bartolomeo nel 1709 -- il Porsenna per lo teatro di S. Bartolomeo Musica di Antonio Lotti, ma accomodato con vari pezzi dallo Scarlatti nel 1713 -- l'amore generoso dramma rappresentato nel real palazzo nel 1714 -- l'Arminio per lo teatro di S. Bartolomeo nel 1714 -- Scipione nelle Spagne per lo teatro S. Bartolomeo nel 1714 -- il Tigrane nel 1715. Nella prefazione di tal dramma stampato chiede scusa al lettore se trovasse errori nella Musica, essendo stanco di scrivere opere teatrali, avendone fin d'allora composte n.° 106 -- Carlo Re di Alemagna per l'istesso teatro nel 1716 -- la virtù trionfante dell'odio e dell'amore per lo real palazzo nel 1716 -- il trionfo d'amore per lo teatro de' fiorentini nel 1718 -- il Cambise per lo teatro S. Bartolomeo con scene giocose nel 1718 -- Attilio Regolo per lo teatro capranica di Roma nel 1719 -- Tito Sempronio Gracco per l'istesso teatro nel 1720 -- la caduta de' Decemviri -- la Merope -- il Pirro -- il prigioniero fortunato -- Massimo Papirio -- non tutto il male vien per nuocere -- Diana ed Endimione -- Olitario -- Eraclea -- due serenate.
La musica sacra composta dallo stesso Scarlatti è la seguente: i dolori della Vergine oratorio per la con gregazione esistente allora in S. Luigi di palazzo nel 1693 -- il martirio di S. Cecilia oratorio rappresentato in Roma mentre era maestro di cappella di S. Maria Maggiore nel 1709 -- S. Filippo Neri per la congregazione de Filippini nel 1718 -- stabat mater per la medesima con canto ed alto, violini, viola, e basso nel 1724 -- la Vergine addolorata oratorio a 4 cantato nella congregazione de' Filippini nel 1724 -- madrigale a 5 voci -- Messa, Credo, Agnus Dei -- altra Messa simile -- Passio secundum Ioannem per alto con violini, e viola, e turba a 4 -- antifona tu es Petrus -- Messa a 4 voci -- Ave Regina Coelorum a due canti composta per sua divozione nel passar per Loreto -- salmo Memento Domine David a 4 alla palestrina -- Stabat mater a due con accompagnamento di 2 violini -- altra Messa alla palestrina a 4 voci -- Messa ad 8 voci -- Memento Domine a 4 voci -- tues Petrus antifona a due cori reali.
Ha inoltre lo Scarlatti composto -- duetti n.° 15 per studio senza stromenti -- madrigali a più voci senza basso n.° 4 -- quartine due per soprano con accompagnamento -- fughe due a 2 voci --cantate n.° 93 -- toccate per cembalo -- concerto per due violini flauto viola violoncello e basso -- cantata a voce sola col basso -- altra cantata amendue scritte nel 1700 -- cinque altre cantate scritte in diversi tempi -- arie diverse col solo basso -- volumi tre di cantate, delle quali fè dono al Conservatorio il fu dottor fisico Domenico Cirillo regio professore.
Carlantonio de Rosa marchese di Villarosa
Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli
Napoli, dalla Stamperia reale, 1840